Le suore della Piccola Casa della Divina Provvidenza lasciano la casa di riposo dopo 100 anni

 28/05/2020

Dal Corriere di Saluzzo del 28.05.2020

La notizia era un po’ nell’aria, soprattutto a seguito della difficile situazione legata all’emergenza sanitaria che ha investito la struttura, personale religioso compreso.

Le suore del Cottolengo lasciano definitivamente, dopo 100 anni di presenza, l’Ospedale di Carità di Sanfront. «È certamente doloroso lasciare questa Casa in cui da un secolo siamo presenti e nella quale abbiamo donato il nostro servizio caritativo, professionale e pastorale con amore e dedizione verso i malati e anziani, con molta predilezione per i più poveri e abbandonati, tuttavia confidiamo nella Divina Provvidenza che “non è mai mancata a chi spera in lei” e che “ha mille modi da provvedere” (San G.B. Cottolengo)».

Sono le parole di madre Elda Pezzuto, Superiora generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, con le quali annuncia la cessazione del servizio delle suore. A Sanfront risiedevano ancora due sorelle: suor Maria Grazia, già superiora della casa di riposo fino a qualche anno fa, e suor Giovanna, che facevano riferimento come esperienza comunitaria al Cottolengo di Barge. Anch’esse erano risultate positive al virus e, dopo essere tornate negative, sono state richiamate dalla Casa madre di Torino per osservare un periodo di riposo. «Una perdita importante per la casa di riposo cittadina, ma direi per l’intera comunità sanfrontese. Le suore del Cottolengo erano presenti presso l’Ospedale

di Carità da ben 100 anni e proprio quest’anno si sarebbero dovute svolgere delle manifestazioni e dei momenti di festa per celebrare il secolo di presenza» sottolinea il presidente Silvio Ferrato.

Una storia lunga, iniziata nel 1920 con l’arrivo delle prime suore agli ordini della superiora suor Maria Chiaffreda Stocco, scomparsa nel 1949 e sepolta nel cimitero di Sanfront. In 100 anni si sono avvicendate a servizio degli ospiti della struttura ben 44 suore cottolenghine, lasciando sempre un ottimo ricordo per la loro generosità, per il loro zelante impegno, per il loro amore disinteressato verso le persone più deboli e fragili affidate alle loro cure. Fino a trent’anni fa erano addirittura due le comunità del Cottolengo presenti a Sanfront: una all’Ospedale l’altra all’Asilo.

Indubbiamente nel tempo tante cose sono cambiate; quello che una volta era a tutti gli effetti un ospedale, si è poi trasformato in una casa di riposo, ma pur variando la tipologia di assistenza le reverende suore hanno saputo mettere a disposizione la loro professionalità ed esperienza.

«Comprendo, seppur con rammarico, le ragioni manifestatemi dalla Superiora generale del Cottolengo, circa le sempre

più urgenti esigenze di personale religioso nelle tante strutture dove ancora operano, soprattutto in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo in questi ultimi mesi. Alla Madre generale suor Elda rivolgo un ringraziamento sincero per averci concesso la presenza delle suore fino ad ora e per

la grande sensibilità e vicinanza dimostrata in questi ultimi delicati mesi nei confronti della nostra casa di riposo» aggiunge il presidente Silvio Ferrato. L’Ospedale di Carità certamente continuerà nel suo ruolo a servizio delle persone bisognose e più fragili, grazie alla presenza di professionalità di assoluto livello. Sarà però incolmabile il vuoto lasciato

dalle suore che, all’insegna del motto del Cottolengo “Caritas Christi urget nos” (l’amore di Cristo ci spinge), hanno sempre assicurato anche una preziosa assistenza religiosa agli ospiti.

«Crediamo che il Padre celeste continuerà a prendersi cura degli anziani di Sanfront, anche attraverso l’offerta della nostra sofferenza e la preghiera » conclude la Superiora Generale del Cottolengo.

daniele isaia

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