Sintesi storica dell'Ospedale di Carità di Sanfront

 12/02/2019

OSPEDALE DI CARITA’ DI SANFRONT
 
Sintesi storica
 
Se si alza lo sguardo sopra la porta di ingresso principale dell’Ospedale di Carità, nella parte alta dell’edificio si scorge una data: 1915. E’ l’anno in cui è stato costruito il corpo centrale dell’edificio che ospita la casa di riposo.
Il progetto di istituzione di questa struttura risale però a circa 40 anni prima.
L’Ospedale di Carità di Sanfront sorse infatti nel 1875 per iniziativa dell’Amministrazione Comunale e della locale Congregazione di Carità, con la denominazione di “Spedale”. Nello stesso anno venne costituito un Comitato per la realizzazione di una struttura a favore dei poveri infermi della comunità sanfrontese, la cui popolazione in quegli anni sfiorava i 5.000 abitanti.
Con Regio Decreto del 10 maggio 1877 venne eretto in Ente morale, posto sotto il patronato di S.A. Reale la Duchessa di Genova Maria Elisabetta Massimiliana di Sassonia. Nel 1878 l’Ente si dotò di un proprio Statuto recante le finalità della benefica istituzione. Successivamente divenne una Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza (Ipab) giuridicamente riconosciuta a norma della legge 17 luglio 1890 n. 6972.
Lo “Spedale” aveva dunque tutti i requisiti istituzionali per operare, ma materialmente non esisteva ancora. L’Amministrazione Comunale di Sanfront e la locale Congregazione di Carità si ingegnarono, negli anni, ad organizzare iniziative per raccogliere fondi, ma erano tempi difficili e, nonostante la magnanimità di tanti benefattori, si faticò non poco a raggiungere l’obbiettivo.
Non andò a buon fine nemmeno l’ipotesi di coinvolgimento dell’Ordine Mauriziano per la realizzazione e la gestione del nuovo “Spedale”, che avrebbe probabilmente potuto cominciare ad operare anche con soli dieci posti letto, cinque destinati ai maschi ed altrettanti alle donne.
Fu però all’inizio del Novecento che si cominciò a pensare alla costruzione di una nuova sede, quella attuale che si trova in Corso Marconi. 
In data 12 dicembre 1912 venne deliberato dal Consiglio di amministrazione dell’erigendo Ospedale l’acquisto dei terreni. Il 19 agosto 1913 venne affidato incarico all’ing. Giovanni Parilli di Torino di redigere il progetto. Al progettista venne affiancato anche l’ing. Attilio Pirinoli di Cuneo. 
L’importo di progetto ammontava a 44.500,00 lire.
Il 20 giugno 1914 si tenne l’asta pubblica per l’affidamento dei lavori, aggiudicati alla ditta Giuseppe Tortone di Piasco, che aveva praticato un ribasso del 16,23% per un importo di 34.765,55 lire. Il 14 agosto 1914 fu stipulato il contratto di appalto per la costruzione con il succitato impresario edile.
Nel luglio 1916 il direttore dei lavori, l’ing. arch. Giovanni Parilli di Torino, nella sua relazione scrisse: “Alla fine dell’autunno 1915 la costruzione era terminata, salvo il rifacimento di alcune parti di essa, eseguite nella primavera del 1916”. A maggio 1916 la consegna definitiva del fabbricato. A novembre dello stesso anno il collaudo e l’entrata in funzione della struttura. Al collaudo erano presenti: Gratino cav. Uff. Pietro, presidente dell’Ospedale, Damiano Giovanni, sindaco di Sanfront, Marconetti don Domenico, vicario di Sanfront, Martini prof. Domenico, Roccavilla dott. Stefano.
Nel 1920 arrivarono a Sanfront le Suore della Piccola Casa della Divina Provvidenza di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, che da allora hanno continuato a garantire la loro preziosissima presenza e servizio a favore degli ammalati ed anziani.
L’Ospedale di Carità ha operato come infermeria per attività ospedaliere vere e proprie, compreso il reparto di maternità, fino al 1987. Con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale l’attività ospedaliera continuò ad espletarsi in convenzione con l’U.S.L. (Unità sanitarie locali).
Progressivamente l’Ente si trasformò da ospedale a casa di riposo ed attualmente conta su un’ottantina di posti letto per gli ospiti, suddivisi in vari reparti.
Nel corso degli anni sono stati realizzati numerosi interventi di ampliamento e miglioria della struttura: una prima ala a monte, con la successiva aggiunta dell’abitazione per il personale religioso; poi un’ulteriore manica a valle, dotata dell’attuale ampio giardino confinante. Senza dimenticare i periodici e puntuali lavori messi in atto dalle varie amministrazioni succedutesi alla guida dell’Ente, per adeguare la struttura alle sempre più stringenti normative di legge e garantire la migliore accoglienza ed assistenza possibile agli ospiti.
 

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